Caro Sindaco,
da buon cittadino seguo i suoi aggiornamenti dalla fanpage, ricca di post che contengono gli appuntamenti, i successi della sua amministrazione, i fasti della sua azione nell’ambito del governo cittadino. Mi piace proprio questa Caserta che lei descrive piena di cultura (motivo per il quale abbiamo avuto la candidatura a capitale della stessa), a misura di bambino e di anziano, in continua evoluzione tecnologica (il poderoso occhio digitale attraverso il quale un newyorkese, un finlandese, un giapponese possono ammirare tutto il ben di Dio della Reggia, e fortunatamente non tutto quello che c’è intorno e dietro, il Signore benedica gli strateghi della webcam!), l’hotspot wifi cittadino che i bimbi prendono a pallonate per la contentezza, “evviva finalmente abbiamo il wifi!!” e booom via una cannonata, ora le risate dei bimbi(m****a) riecheggiano in città, insomma una città 2.0.1(beta) tutta da vivere.
Vorrei approfondire sempre di più, riuscire a leggere le decine di post che ogni giorno affollano la sua fan page, una pioggia di contenuti video/audio dalla quale è impossibile ripararsi, ammirare tutte le foto che ci regalano una Caserta più europea e vorrei ringraziarla perché oltre a fare il Sindaco riesce anche a trovare il tempo di essere (ovunque), un attento osservatore del nostro tempo, un narratore digitale silenzioso della nostra contemporaneità, uno spettatore che plaude con passione viva alla nostra comunità.
Il suo operato è meraviglioso, la immagino solo in questa nostra grande città, l’unico ed il solo turista digitale che Caserta abbia mai avuto che narra con instancabile naturalezza la quotidianità della sua passione per la città che amministra, ogni tanto avvista una buca in lontananza, un materasso in vicinanza, descrive la quiete della reggia alle 14 del pomeriggio sottolineando con forza:
Zero Turisti
Eh si, missione compiuta li abbiamo ricacciati lì da dove vengono questi turisti, mi ricorda tanto il colonnello William “Bill” Kilgore che in Apocalypse Now ricaccia i vietnamiti nella foresta a colpi di napalm, “Charlie non fa Surf!”e non entra nemmeno nella Reggia perdinci! Questo monumento è nostro e lo vogliamo tutto per noi.
In questa città ho visto persone spiccare il volo senza avere le ali, insieme a rami, alberi ed arbusti, li ho visti abbattere i muri dell’inciviltà e portarsi via anche tutto il nostro malcostume indifferenziato, ho visto la Cura del verde superare le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farci invecchiare.
Vorrei tanto condividere il suo entusiasmo, ma purtroppo io vivo nella Caserta in cui le strade sono vuote e non illuminate, vivo nella Caserta in cui devo parlare con il suo delegato di quartiere perché lei giustamente non ha il tempo di visitare di persona i luoghi dell’abbandono, nella Caserta in cui i turisti non vanno neppure a mangiarsi un panino “nella cosa, come si chiama… la cosa di Caserta” perché non viene sollecitato un piano marketing turistico che possa essere definito tale (non si riesce a trovare questo piano, sarà in un bunker sotto il Macrico), ma preghiamo San Massimo Bray che discenda con un esercito di turisti in bici direttamente dalla fine dell’arcobaleno. Vivo in una città dove aspiranti registi come Poky500 cercano di diffondere sul web il nostro tessuto cittadino attraverso la partecipazione di una guest star come Michele Spaghetto, noi non abbiamo il suo amico Abel Ferrara, ma ci difendiamo bene con pietrotornaindietro e ZiiRoberT.
Vivo in una città in cui quelli che come me vanno in bici, si ritrovano di tutto sulle piste ciclabili(?) che spesso iniziano per terminare in paradossi urbanistici, così giusto per ricordarci che il lusso non è cosa per tutti; vivo in una città in cui c’è finalmente movida come in tutte le altre, solo che ogni sera rischia la vita con le auto che transitano, così giusto per ricordarci che l’esistenza è breve e va vissuta fino in fondo, come se non ci fosse un domani a via Ferrante. Ma noi giovani Casertani siamo duri a morire ed ogni sera in quella maledetta gola affrontiamo i perigli come nella Battaglia delle Termopili (via Ferrante chiamiamola via delle Termopili, che capiscano subito in che maledetto guaio si vanno a cacciare con il loro SUV), è così che lei ci vuole tosti e ganzi per difendere il nostro diritto a divertirci nella nostra città, non abbiamo bisogno dei Vigili Ateniesi, che rimangano in centrale a giocare a ping pong con le palette, Caserta ha bisogno dei suoi giovani, del suo futuro e la nostra bandiera sarà gialla con un enorme “smile” al centro.
Ma lei queste cose le sa, perché lei è già nel futuro, è sui social e ci segue da lì ed anche quando non è qui con noi, quando si reca a Roma a fare la voce grossa con quei “gentiluomini” dei grandi palazzi le sue opere ci ricordano tutto quello che ha fatto per la nostra comunità, ha riempito il nostro asettico manto con la bellezza dell’arte contemporanea, ci ha riempito di palle e corna che adornano il nostro vuoto esistenziale, ora le nostre strade sono un percorso artistico esteriore ma anche un po’ interiore, che fa luce sulla nostra buia coscienza civica.
Ogni volta che vedo le sue foto e la vedo sorridente mi assale la speranza, perché lei è la dimostrazione che non è vera la legge di Murphy “Colui che sorride quando le cose vanno male ha trovato qualcuno a cui dare la colpa”, lei non delega, quando le cose vanno male lei affronta tutto in prima persona (plurale).
Non se la prenda Sindaco, è un modo per esprimerle il mio ardente desiderio di vivere nella stessa città dove vive lei.
Un abbraccio,
A.